sabato 24 dicembre 2011

Lo stretching: miti e leggende!

Ciao a tutti, finalmente dopo 1 mese e mezzo torno a scrivere sul blog. Questa mia assenza è stata causata dalla mia partecipazione al corso della FIGC per l'abilitazione a preparatore atletico professionista di calcio...un corso davvero interessante della durata di un mese e che, conclusosi con un esame il 21 dicembre, ha molto arricchito le mie conoscenze riguardo la preparazione atletica del calcio ma anche degli sport di squadra in generale.
Un argomento molto dibattuto con i compagni di corso è stato lo stretching.
Primo mito da sfatare: nelle ricerche scientifiche pubblicate fino ad oggi, non è mai stato dimostrato che la pratica dello stretching aiuti ad incrementare la performance; inoltre neanche il così tanto effetto preventivo sugli infortuni è stato mai dimostrato scientificamente. Allora perchè fare stretching?
Per rispondere a questa domanda bisogna a mio parere cambiare il modo di vedere la pratica dello stretching: secondo me lo stretching andrebbe visto come un mezzo allenante per la flessibilità, l'elasticità e la mobilità articolare come lo sono gli altri, al pari di sprint per la velocità o la corsa con variazione di velocità per la resistenza (sono esempi molto semplici), e non come un metodo preventivo o addirittura di defaticamento.
Proprio sul defaticamento vorrei spendere 2 parole: quando un muscolo viene allungato, in qualsiasi tipo di stretching, che sia balistico, dinamico, statico o quant'altro, le fibre muscolari subiscono uno stress in allungamento, utile per aumentare l'elasticità magari, ma non utile per recuperare meglio dopo un'allenamento intenso, magari composto da molti cambi di direzione, frenate e in generale contrazioni eccentriche, che hanno già stressato abbastanza il muscolo.
Un classico è vedere dopo un'allenamento intenso o una partita, i giocatori fare stretching soprattutto per i flessori della gamba e della coscia: ma se un giocatore di pallamano in partita sottopone i sui flessori a un grosso sforzo, soprattutto in contrazione eccentrica, data dai balzi, cambi di direzione e frenate...pensate che sia il caso alla fine di tutto ciò stressare ancora le fibre muscolari allungandole?? Inoltre lo stretching statico, con il suo tempo prolungato di allungamento delle fibre muscolari, porta a una chiusura dei vasi sanguigni presenti nel muscolo, importanti sia per portare il sangue e tutto quello che ne comporta, ma anche per eliminare le sostanze di scarto prodotte in grosse quantità durante lo sforzo. Mi chiedo io...non sarebbe quindi meglio una bella corsa leggera per 5-7 minuti, anche chiaccherando con i compagni a fine allenamento o partita, in modo da attivare la circolazione degli arti inferiori, senza andare a sovraccaricare ulteriormente le fibre muscolari, ma favorendo l'eliminazione delle sostanze di scarto prodotte??
Io personalmente utilizzerei lo stretching come mezzo di allenamento per la flessibilità, la mobilità articolare e l'elasticità, in determinati giorni del microciclo di allenamento e in determinati tempi dell'unità di allenamento, magari impostando lavori di integrazione individuale nel caso di carenze specifiche di un determinato giocatore.
Inoltre alcuni studi scientifici hanno dimostrato i possibili effetti negativi sulla performance fisica di una grossa seduta di stretching fatta prima della partita, e in generale alcuni studi consigliano di non usare mai il solo stretching come mezzo di riscaldamento ma di unirlo a mezzi sport-specifici.
Infine posso consigliare nel momento in cui somministriamo mezzi di allenamento per la flessibilità e l'allungamento muscolare, meglio utilizzare metodo di allungamento globale, passando dalla visione del singolo muscolo a una visione più olistica che prenda in considerazione catene cinetiche e il corpo come un tutt'uno.
Ma di questo concetto del corpo visto come un'unica entità vi rimando a un successivo post specifico, perchè è un argomento che merita molti approfondimenti.

Spero di essere stato utile con l'esposizione delle mie idee in materia di stretching

A presto
Ciao

4 commenti:

  1. Condivido molto di quello che hai scritto per aver già sentito queste cose in passato in corsi di aggiornamento e non.
    Sinceramente dopo un grande affaticamento muscolare, io farei della camminata semplice e possibilmente non in tondo, ma avanti-indietro. Ho provato il metodo sul mio corpo dopo un grande affaticamento da escursione in montagna della durata di 8 ore circa.

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  2. Grazie per la tua opinione...mi fa molto piacere conoscere le esperienze degli altri, perchè so bene che l'allenamento non può essere fatto di sola scienza ma anche di molto "campo"!! Per quando riguarda il fare la camminata senza scarpe, è praticamente quello che intendevo io nel post..corsa leggera al limite della camminata...poi i giocatori la apprezzano perchè possono parlare dei fatti loro e distrarsi un attimo!!

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  3. Ciao Mattè, gran bel blog! Volevo fare alcune considerazioni sul tuo post. Giustamente lo stretching non va considerato metodo di defaticamento, ma al contrario di quello che hai detto credo sia fondamentale a livello preventivo. Un muscolo con fibre di lunghezza ridotta crea stress in sede tendinea; inoltre la conseguente riduzione del normale range articolare implica l'instaurazione di compensi da parte di altri distretti muscolari portando ad un esecuzione scorretta del gesto tecnico, con aumento della possibilità di infortunio. Da fisioterapista mi fa piacere aver letto che lo stretching globale è preferibile al segmentale, anche se qui avrei altre considerazioni troppo lunghe da fare! Inoltre sugli studi scientifici dell aumento della performance con lo strecthing avevo letto qualcosa un po di tempo fa, ma non ricordo dove. Di sicuro una fibra muscolare più corta o più lunga di quella ottimale ha una capacità minore di generare forza. Ora ti saluto mi aspetta una bella seduta di stretching!globale ovviamnete!
    Continuo a seguire i tuoi post! un abbraccio

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  4. Ciao Giorgio, mi fa molto piacere leggere il tuo commento...anche perchè rispetto alla fisioterapia noi operatori degli sport di squadra scopriamo le cose sempre con parecchi anni di ritardo (vedi stretching globale). Riguardo il tuo commento, hai pienamente ragione riguardo lo stretching come strumento per incrementare la flessibilità e l'elasticità del muscolo, evidentemente mi sono espresso male
    nel post: quando dicevo che non ha scopo preventivo, io intendevo a breve termine, cioè che non è stato dimostrato scientificamente che fare stretching ad esempio nel riscaldamento di una partita porta poi una minore incidenza di infortuni nella partita. Sono pienamente daccordo con te riguardo al fatto che un muscolo con fibre di lunghezza ridotta porta a più infortuni e a squilibri catastrofici per l'atleta, e infatti io lo uso come mezzo importantissimo per incrementare l'elasticità la flessibilità e la mobilità articolare. Come ignorare poi la fisiologia che ci insegna che un muscolo troppo corto, o troppo lungo, influenza negativamente la forza espressa da questo (curva tensione-lunghezza)!!
    Ti ringrazio ancora per essere intervenuto nella discussione.
    Ci sentiamo
    Un abbraccio!!

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