Negli ultimi anni, in particolare nell’ambito dell’allenamento della forza, si è parlato molto di allenamento funzionale, andando magari a riscoprire vecchie attrezzature messe in cantina (kettlebell, palle mediche, elastici, ecc…), bisfrattando le tanto usate macchine isotoniche come la pressa, la leg extension e simili definendole altamente aspecifiche per la prestazione di qualsiasi gioco di squadra.
In effetti in uno sport come la pallamano dove movimenti multiplanari del corpo e delle articolazioni caratterizzano l’azione del giocatore, allenare una qualità così importante come la forza, vincolata in un movimento monodirezionale e monoplanare, in una posizione corporea che poi non rispecchia la performance, potrebbe sembrare un errore grossolano. Innanzitutto ci tengo a precisare che secondo me la verità è sempre nel mezzo e quindi non credo vadano abbandonate completamente le macchine isotoniche e i sovraccarichi, ma vanno usate come integrazione di esercizi più specifici e “funzionali” al gioco della pallamano.
Quello che voglio dire con questo post è che ormai dall’allenamento funzionale, si sta iniziando a passare all’allenamento del movimento; le differenze tra queste due concezioni di allenamento sono riassunte nella tabella sottostante:
| Allenamento funzionale | Allenamento del movimento |
Mezzo | Esercizio | Corpo |
Strumento | Corpo | Esercizio |
Modalità | Sinergia e interazione | Frammentazione e integrazione |
Fine | Resistenza agli stressor, innalzamento livello di performance | Movimento |
Risultato | Attraverso l’esercizio miglioro l’adattabilità del corpo | Attraverso il corpo miglioro la plasticità del movimento |
Si passa quindi a richiamare di nuovo nell’allenamento quei gesti che sono i 7 pattern motori fondamentali del movimento, che devono diventare gli ingredienti di base per pianificare l’allenamento: accovacciarsi, piegarsi, allungarsi piegandosi, spingere, tirare, girarsi e le andature che implicano attivazioni crociate tipiche della camminata e della corsa. Si passa così dai concetti di adattamento, condizionamento e funzionamento ai concetti di adattabilità, allenabilità, e funzionalità...sembra poco ma la differenza è molta!
Con questa nuova concezione di allenamento si passa anche a una nuova concezione di atleta, argomento che discuterò in uno dei prossimi post. Probabilmente è stata la nuova concezione di atleta che poi ha portato all' "allenamento del movimento".
Spero di aver stimolato la curiosità o anche il "dissenso", perchè no, di qualcuno.
A presto
Ciao
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