lunedì 23 gennaio 2012

Curiosando nel web...un attrezzo interessante!

Navigando su you tube ho trovato un filmato interessante che pubblicizza un attrezzo molto utile; io già facevo molti di questi esercizi semplicemente usando un bilanciere incastrato in un angolo (soprattutto per i portieri...spero di postare un filmato a riguardo il prima possibile), ma questo mi sembra molto più pratico e sicuro...niente male!
Sicuramente va in contro ai concetti di multiplanarità e versatilità che io "appoggio" molto per gli esercizi di forza, unendo il lavoro sulla parte inferiore del corpo a quella superiore.


A presto

sabato 21 gennaio 2012

Allenamento con gli elastici

Riguardo alla possibilità di spendere del denaro per attrezzature come i gps per la valutazione del carico interno, discusse nel post precedente, io preferirei usare le scale CR100 TQR e VAS e spendere qualche soldo in più, come ho fatto, per comprare delle belle attrezzature come gli elastici che vi propongo in questo filmato.
Sono veramente utili e soprattutto versatili, potendoli usare in un infinito numero di esercitazioni e andando a lavorare la muscolatura degli arti inferiore nei movimenti specifici della pallamano come possono essere cambi di direzione, brevi sprint o balzi. Per il fatto di esercitare una trazione continua, gli esercizi con questi elastici permettono di lavorare anche sui muscoli ischio-crurali in contrazione eccentrica in un ottica di prevenzione degli infortuni. Inoltre noi preparatori atletici possiamo sbizzarrirci con la nostra fantasia!



Ovviamente la parte con la palla può essere molto ampliata con la partecipazione di tutto la squadra...prima o poi metterò anche filmati di parti di allenamento con l'utilizzo contemporaneo di più elastici.

A presto

mercoledì 18 gennaio 2012

Vista la diffusione del blog...

Dato che ho ricevuto interessi internazionali, ho deciso di fare una versione inglese del blog, ovviamente piano piano la aggiornerò con i vecchi post, e metterò i nuovi in doppia versione italiano-inglese.
Speriamo il prima possibile di avere pareri anche da oltre i confini nazionali, visto che forse ci possono insegnare qualcosa di interessante.

A presto

Ciao

Il carico interno

Come tutti sapete il lavoro che un atleta fa durante un allenamento, o una partita, viene definito in termini di carico esterno ed interno. Non mi soffermo sella definizione di questi concetti ma vorrei spendere due parole sulla valutazione di quello che interessa molto noi preparatori atletici: il carico interno, cosa andiamo a creare con le nostre esercitazione nell’organismo dell’atleta, la sua risposta soggettiva. La valutazione di questo parametro è stata sempre al centro di molti dibattiti, anche molto accesi, per quanto riguarda l’utilizzo delle diverse metodologie: c’è chi usa la frequenza cardiaca, chi usa il lattato ematico, chi usa i GPS, e chi altre strane e costose tecnologie (vedi la match analysis con telecamere). Prima di tutto vorrei sottolineare il fatto che ormai anche la tanto affermata frequenza cardiaca sta perdendo il suo valore assoluto di indice di carico interno a favore di altre tecnologie come i gps, capaci di calcolare le accelerazioni, indice più esatto del consumo energetico secondo le ultime ricerche scientifiche (vedi Di Prampero et al).
Detto questo però vorrei porre la vostra attenzione sul fatto che non sempre abbiamo a disposizione tecnologie costose come i gps (che tra l’altro non in tutti i palazzetti prendono il segnale dal stellite) o anche, per chi la volesse ancora usare, dei cardiofrequenzimetri con trasmissione in telemetria, e quindi credo che il metodo migliore, validato, economico e rapido sia sicuramente la rilevazione dello sforzo percepito.
La scala di Borg è la più famosa scala sullo sforzo percepito che esista e risulta anche essere in stretta correlazione con il reale carico interno del giocatore. Io credo che la rilevazione dell’RPE con la scala CR10 o CR100 sia comoda per poter modulare e monitorare l’allenamento,e le partite, in modo da avere sempre un indice di quello che i nostri giocatori stanno facendo, per calcolare in questo modo il training load.
Io personalmente insieme alla scala CR100 uso anche la scala TQR per il recupero e la VAS per il dolore muscolare, somministrandole ai miei atleti in maniera veloce, economica e semplice. Ovviamente per avere dei dati veritieri bisogna rispettare i parametri di somministrazione delle scale validati dagli studi scientifici in materia e soprattutto usare i formati di foglio e i caratteri utilizzati in questi studi, altrimenti il metodo perde di efficacia.
Insomma secondo me è meglio tornare alla buona vecchia carta e penna piuttosto che milioni di dati buttatici in faccia da una nuova tecnologia che poi forse non è neanche così precisa per quello che costa!
Vi invito a esprimere opinioni sull’argomento

A presto

Ciao

martedì 17 gennaio 2012

Il blog è diventato internazionale

A mia insaputa, andando a curiosare nelle statistiche del blog ho visto che un po' di visualizzazioni arrivano da un blog argentino e quindi sono andato a vedere; con immensa sorpresa e gioia ho letto questo post:


Agregado un nuevo blog

Agregué un nuevo blog "preparazione atletica nella pallamano" el autor es
matteo corvino preparador físico italiano, Saludos...

Siamo diventati internazionali!!
Molto bene!!

lunedì 16 gennaio 2012

La forza è nulla senza..."attivazione"

Sono ormai alcuni mesi che lavoro sul concetto di attivazione e di disponibilità articolare nella valutazione del giocatore e da quando sono attivo come "riprogrammatore posturale" certificato, mi sto accorgendo sempre più della sua importanza. Mi spiego meglio: nella nuova concezione di atleta globale e quindi di allenamento globale che si sta affermando, il concetto di catene cinetiche e di attivazione muscolare corretta sta prendendo sempre più importanza, soprattutto rispetto ai vecchi concetti dell'allenamento della forza.
Vi siete mai chiesti perchè atleti giudicati "forti" con grosse masse muscolari, capaci di gesti tecnici e fisici impressionanti, poi si fanno male in maniera alquanto banale, durante un movimento semplice come una corsa veloce? Il motivo è nella loro programmazione posturale errata e nella loro incapacità di attivare i muscoli giusti, al momento giusto, in concomitanza con i muscoli sinergici esatti. Vi faccio un esempio (anche se le cose sono più complesse di così): quando un giocatore potenzia i muscoli ischio crurali, spesso lo fa allenando la funzione flessoria (gamba su coscia) e non quella estensoria (anca), e spesso gli infortuni avvengono proprio durante questo movimento; in aggiunta a questo bisogna dire anche che la maggior parte dei giocatori non è in grado di attivare gli ischio crurali in maniera ottimale perchè se il bacino si trova più indietro rispetto alla gabbia toracica (posizione comune negli atleti), questi muscoli sono disattivati e quindi non aiutano gli addominali nella funzione di retroversione del bacino, fino a portare a un cedimento degli addominali a favore del quadricipite, molto più forte, con conseguenti compensazioni di tutto il corpo.
Questa è solo una delle cose che accade nell'atleta e che necessità una precoce valutazione posturale con conseguente riprogrammazione...basta poco ma questo tipo di approccio e di lavoro può fare la differenza tra un atleta con una carriera lunga e piena di successi e una giovane promessa mai "sbocciata"

Non è un discorso semplice ma bisogna sapere che esistono questi problemi

A presto

Ciao

mercoledì 11 gennaio 2012

Progressione didattica di pesistica applicata

Un mio collega preparatore atletico, Francesco Ponzetti, mi ha mandato questo filmato molto interessante, che propone una serie di esercizi di pesistica applicata, da effettuare con un carico non superiore al 60% del peso corporeo, a mio parere va benissimo un 40-50%...o anche meno all'inizio per apprendere bene la tecnica. Fatemi sapere che ne pensate...credo sia un argomento molto dibattuto l'utilizzo di questi esercizi nella pallamano. Io li giudico molto utili, se effettuati con la corretta esecuzione.


Ringrazio ancora il Prof. Francesco Ponzetti per avermi fornito questo interessantissimo materiale.

A presto

Ciao

martedì 10 gennaio 2012

Esercizio molto interessante

Navigando nel web mi sono imbattuto in questo esercizio, e credo che sia un ottimo esercizio per lo sviluppo della muscolatura del core anche in ottica di prevenzione degli infortuni a carico degli arti superiori e del tronco.
Inoltre è semplice, economico (basta una palla medica e una corda) e credo anche divertente da fare.
Aspetto opinioni...commentate!


A presto
Ciao

domenica 8 gennaio 2012

L'importanza del tricipite brachiale

Sicuramente il tricipite brachiale è un muscolo molto importante per il pallamanista, ma la funzione che molti ignorano, è quella di stabilizzatore della spalla e di prevenzione degli infortuni di questo segmento corporeo molto soggetto a usura nel nostro sport. Data l'anatomia del muscolo, diviso in tre capi prossimali, si può dire con certezza che il capo lungo del tricipite brachiale, quello più mediale, è quello che, andando ad inserirsi all'interno dell'articolazione della spalla sulla scapola (schematizzato nella figura in basso), contribuisce a dare stabilità alla parte inferiore della spalla e lavora per evitare lo spostamento della testa omerale in basso e indietro; inoltre nel suo decorso, il tendine ha contatti con il piccolo rotondo (cuffia dei rotatori) e con il romboide. Grazie a questa inserzione prossimale, il capo lungo del tricipite riveste il ruolo anche di adduttore del braccio, funzione simile al gran dorsale.


Negli infortuni più classici del pallamanista come una sindrome da conflitto o un infiammazione della cuffia dei rotatori, quello che spesso, quasi sempre, si denota è una debolezza del capo lungo del tricipite brachiale.
Ma allora come sviluppare questo muscolo?
Non tutti i classici esercizi per lo sviluppo dei tricipiti vanno a stimolare lo sviluppo del capo lungo, che va stirato prima di essere utilizzato per avere un allenamento ottimale; quindi sono ideali quegli esercizi che prevedono oltre una flessione del gomito anche un movimento a livello della spalla come accade nel pull-over o ancor meglio con l'esercizio di french press con l'aggiunta del movimento del pull-over.
Va detto che in giocatori che utilizzano spesso movimenti tipo quello precedentemente descritto, come i pallamanisti, lo sviluppo di questo capo muscolare è garantito in molti casi. Ci possono essere però giocatori che a causa di scompensi posturali, non vanno a stimolare questo particolare capo muscolare del tricipite brachiale durante il normale allenamento e che quindi necessitano un lavoro aggiuntivo per dare stabilità ad un articolazione così importante come quella della spalla.

A presto

Ciao

sabato 7 gennaio 2012

"core stability" - velocità del tiro...c'è una relazione?

Sembra che oltre ai dimostrati effetti benefici sulla prevenzione degli infortuni, una buona forza del "core" abbia anche effetto sulla velocità del tiro del giocatore di pallamano. Uno studio condotto da un gruppo di ricerca norvegese su giocatrici di alto livello ha dimostrato scientificamente questa relazione, o meglio dire, ha dimostrato che l'allenamento del "core" porta a un aumento della velocità del tiro.
In questo studio pubblicato sul Journal of Strenght and Conditioning Research, 24 giocatrici sono state divise in due gruppi: uno di controllo (CON) che faceva l'allenamento "classico" e uno che faceva in più, per 2 volte a settimana, un allenamento di core stability a difficoltà progressiva di 75 minuti (SET).
Dopo 6 settimane di trattamento i risultati sono stati i seguenti:
 - incremento statisticamente significativo del 4.9% della velocità del tiro nel gruppo SET
 - nessuna variazione di velocità del tiro nel gruppo CON
Va detto che essendo stato fatto su giocatrici di età media di 16 anni, sarebbe interessante riproporre lo stesso studio sui maschi e con la categoria senior, anche se l'atleta femmina a 16 anni ha già raggiunto un buon livello di sviluppo corporeo che rende possibile il trasferimento di questi risultati su atlete senior.
Se avete curiosità sul programma del "core stability training" o altri dettagli, qui trovate l'articolo completo.

A presto

Ciao

giovedì 5 gennaio 2012

Le caratteristiche del giocatore di pallamano

Nella metodologia dell'allenamento è fondamentale sicuramente conoscere al meglio il modello di prestazione della disciplina, ma altrettanto importante è sapere le caratteristiche antropometriche e fisiologiche dell'atleta in questione. Nel nostro caso, sapere le dimensioni corporee, le capacità di fitness aerobica e quant'altro riguardante il giocatore di pallamano di elitè, anche in relaziona al ruolo in campo, ci può aiutare nel nostro lavoro.
Ricercando nella letteratura scientifica recente si trovano pochi studi sull'argomento, e a mio parere quello più utile è lo studio del 2010 fatto sui giocatori delle nazionali croate e delle migliori squadre del campionato croato, con una media di 15 anni di allenamento alle spalle.
Le misurazioni fatte in questo studio sono state sia di tipo antropometrico (altezza, peso, % grasso corporeo, lunghezza arto superiore e inferiore, ampiezza della mano, ampiezza arti superiori) che di tipo fisiologico (VO2max, HRmax, velocità di corsa alla soglia anaerobica MRSvt, HR alla soglia anaerobica, massimo lattato ematico BL)
I risultati evidenziano un atleta di "tutto rispetto" e soprattutto delle differenze tra i vari ruoli, e sono (media±deviazione standard):


Portieri
Ali
Terzini
Pivot
Altezza (cm)
195.2±5.2
183.9±5.7
196.7±5.4
196.3±9.3
Peso (kg)
100±8.8
89.1±6.5
96.7±5.4
107.6±7.9
Grasso corporeo (%)
12.7±0.6
13.2±3.3
8.7±2.0
13.3±6.2
Ampiezza arti superiori (cm)
199.9±6.1
185.8±7.5
197.8±6.4
199.0±1.9
Lunghezza arto superiore (cm)
86.5±2.89
79.7±3.3
84.6±2.7
86.3±1.5
Lunghezza arto inferiore (cm)
112.7±3.1
104.1±5.3
111.3±5.6
110.9±3.8
Ampiezza mano (cm)
23.53±1.0
22.8±0.8
22.9±1.8
24.0±1.2
VO2max
(ml*kg-1*min-1)
53.4±1.2
56.0±3.1
53.7±5.2
50.8±0.5
HRmax (bpm)
192.2±14.7
190.8±7.3
193.5±6.8
186.0±5.6
MRSvt (km/h)
15.6±0.5
16.7±1.94
17.5±0.9
16.5±0.7
BL (mmol/L)
10.9±2.4
11.9±5.1
10.7±2.7
11.0±0.7


Le differenze statisticamente significative sono:
 - nell'altezza tra il gruppo portieri, pivot e centrali rispetto alle ali
 - nel peso tra il gruppo terzini e pivot rispetto alle ali
 - nella % di grasso corporeo tra i portieri e i terzini e tra i terzini e le ali
 - nell'ampiezza degli arti superiori tra portieri e ali e tra terzini e ali
 - nella lunghezza dell'arto superiore tra portieri e ali e tra terzini e ali
 - nella lunghezza dell'arto inferiore tra portieri e ali e tra terzini e ali
 - nell'ampiezza della mano tra pivot e ali
 - nel VO2max tra pivot e ali 
Se volete i dettagli di questo articolo lo trovate in versione completa qui.
Un'altro articolo interessante sulle caratteristiche del giocatore di pallamano di elitè è quello di Chaouachi et al del 2010 fatto sui giocatori della nazionale Tunisina con un analisi interessante delle capacità di sprint, di salto, di forza nello squat e nella panca piana, e con il calcolo della velocità di tiro.
Questi sono gli atleti che alleniamo...riflettiamoci!

A presto

mercoledì 4 gennaio 2012

Cosa fare nell'intervallo della partita?

Ultimamente mi sono molto interessato all'argomento riguardante la strategia migliore da attuare nell'intervallo della partita: cosa fare in quei 10 minuti sotto l'aspetto fisiologico ma anche di comunicazione alla squadra?
Da studi fatti sul calcio, ma a mio parere tranquillamente riportabile nella pallamano, è stato dimostrato che i giocatori hanno una diminuzione della temperatura corporea notevole tra il primo e il secondo tempo. Inoltre gli autori hanno dimostrato che la capacità di ripetere sprint è aumentata a dopo il riscaldamento pre-partita, ma diminuita significativamente a inizio secondo tempo e questo è stato anche collegato con la minor presenza di azioni ad alta intensità nella prima parte del secondo tempo.
Dopo questa prima parte, lo studio si è concentrato su una possibile soluzione al problema della diminuzione della temperatura corporea e ha confrontato il gruppo di controllo che faceva un intervallo classico, con un gruppo sperimentale che eseguiva 5-7 minuti di corsa leggera (60-70% della HRmax individuale) subito prima che incominciasse il secondo tempo: i risultati sono stati chiari ed hanno evidenziato che il gruppo sperimentale aveva una minore perdita di temperatura alla fine dell'intervallo e una consequente migliore capacità di ripetere sprint all'inizio del secondo tempo (rispettivamente figura 1 e 2).

.Figura 1. diverso andamento della temperatura corporea (Tc) e muscolare (Tm) nel gruppo di controllo (CON) e nel gruppo sperimentale (RW)

Figura 2. decremento della capacità di ripetere sprint rispetto alla prestazione di inizio partita nel gruppo di controllo (nero) e nel gruppo sperimentale (bianco)

Un volta letto quest'articolo, fatto da un gruppo di ricerca scandinavo, ho subito ricollegato a questo il fatto di aver visto le ragazze della nazionale danese, durante la partita per le qualificazioni mondiali contro la nostra Italia pochi mesi fa, rientrare in campo 5' prima della fine dell'intervallo per eseguire una leggera corsa e esercizi di mobilità articolare.
Passiamo ora alle note dolenti: molti allenatore non faranno mai uscire i propri giocatori 5' prima dallo spogliatoio per fare un re-riscaldamento, perchè devono impartire correzioni e indicazioni alla squadra!
Il mio parere per quanto riguarda la comunicazione che l'allenatore deve fare alla squadra nell'intervallo è riassunta nei seguenti punti:
 - ogni allenatore farebbe bene ad appuntarsi durante la partita eventuali errori o correzioni da fare, perchè può essere il miglior allenatore del mondo ma se vede un errore della propria squadra o di un singolo giocatore a inizio partita, sarà difficile che se lo ricordi con precisione nell'intervallo;
 - è stato dimostrato da studi di psicologia che un giocatore durante il time-out e durante l'intervallo apprende pochissime cose di quelle che dice un allenatore, e quindi sarebbe meglio dire 2 massimo 3 concetti, i più importanti, accertandosi che li abbiano recepiti;
In definitiva secondo me l'intervallo ideale dovrebbe essere composto da:
 - reidratazione e integrazione da parte dei giocatori già in campo appena finisce il primo tempo, andando dentro gli spogliatoi;
 - 5' di indicazioni del mister, o anche meno
 - 5' di re-riscaldamento in campo
Sicuramente uno studio simile andrebbe fatto anche nella pallamano, visto la diversa durata dei tempi, la pratica in-door e la minor durata dell'intervallo, anche se credo che i risultati non sarebbero molto differenti.
Spero con questo post di aver fatto imbestialire qualche allenatore che vuole tutti per se i 10 minuti di intervallo...parliamone.
A presto

Ciao

lunedì 2 gennaio 2012

Una nuova concezione di atleta

Rispetto al passato, la preparazione atletica negli sport di squadra si sta evolvendo e sta scoprendo un nuovo metodo di intendere il corpo umano e quindi l’atleta, come sempre in ritardo rispetto ad altri settori come quello fisioterapico. Ora il corpo viene pensato come un sistema meccanico paragonabile a una macchina a 4 ruote motrici; molto spesso si pensa che l’elemento propulsore sia dato solo da 2 ruote (gli arti inferiori), quando invece il sistema propulsore dell’atleta è a 4 ruote motrici, esistono anche gli arti superiori che sono collegati all’assiale posteriore da un sistema di trasmissione che è il “core”. Lo stesso core, ormai concetto molto diffuso, è un concetto che sta cambiando e si sta evolvendo, si parla di pilastro, visto le innumerevoli connessioni con il resto del corpo.
Ormai non si pensa più a un sistema-atleta architetturalmente fatto come una casa di mattoni (visione solo verticale) dove se si rompe un mattone bisogna andare a ricercare la causa del crollo in quel singolo mattone o lì intorno, ma si pensa al corpo umano con un concetto di “biotensegrità”, che funziona su rapporti di spinte e trazioni; per cui quando si rompe un qualcosa da una parte, il motivo molto probabilmente non è lì, ma a qualche cm o metro di distanza.
Anche il modello di dinamica è cambiato, ora si parla di catene cinetiche, anche se i primi studi su questo argomento risalgono agli anni ‘80: dal più semplice al più complesso l’attuazione di ogni movimento finalizzato è l’espressione diretta di una sequenza cinetica.
La sequenza cinetica è propagazione di un’onda motoria, generata dalla più solida stabilità del nucleo centrale, e diffusa alla più efficace mobilità dei segmenti distali. I punti di stabilità sulla catena cinetica sono 3:
-          Anca
-          Core
-          Sistema scapolare
La stabilità di questi punti rende possibile il movimento in sicurezza all’atleta.
Va detto che in un certo senso questi concetti non sono altro che scoprire l’acqua calda visto che Il dare tutta questa importanza a determinati punti nel nostro corpo esiste da moltissimo tempo: per esempio già nel Taiji Quan, si parla di “nove perle”.
Ultimo concetto che vorrei proporre in questo post, e che conferma la nuova concezione dell’atleta, è la miofascia. Bisogna premettere che nel nostro corpo ci sono dei sistemi, sistemi olistici, che sono quei sistemi che, togliendo la pelle al corpo, mantengono la stessa forma del corpo con la pelle; sono il sistema muscolare, quello vascolare, quello nervoso e quello fasciale.
Il sistema fasciale o miofascia è un sistema connettivo che contiene tutto il resto; quando si parla di sequenze cinetiche, si parla proprio di attivazione fasciale, e addirittura si pensa che la sede della memoria dei movimenti sia la fascia.
Ecco perché in questa nuova concezione non esistono oltre 600 muscoli ma uno solo: la fascia che li racchiude tutti; questo concetto cambia molto il modo di pensare l’allenamento che, come già esposto in precedenza, deve essere movimento, adattabilità e sincretismo.
Inoltre si va sempre più verso l’utilizzo di attrezzi per il rilascio di alcuni punti della fascia soggetti a accorciamento come nella tecnica di auto rilasciamento miofasciale con ad esempio l’utilizzo ei rulli. Ci sono autostrade che possono essere implementate nel campo della flessibilità, superando il dibattito tra stretching statico e dinamico, indirizzando l’allungamento verso dei riferimenti sulla catena fasciale: catena fasciale anteriore, anteriore crociata, posteriore crociata, laterale, laterale crociata, ecc… magari di questo ne parleremo in un post apposito in futuro!
Spero che questa mia esposizione possa aver almeno incuriosito alcuni di voi…poi sta a noi addetti ai lavori approfondire ed aggiornarci.
A presto
Ciao